A occhi aperti
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A occhi aperti

Islanda. Una donna e un uomo si incontrano dopo tanto tempo. Un vulcano sta per eruttare...

By TeatroGruppo Popolare

Date and time

Monday, May 6 · 2:30 - 4:30pm CEST

Location

TeatroGruppo Popolare

7 Via Gabriele Castellini 22100 Como Italy

About this event

  • 2 hours

Spettacolo teatrale

A OCCHI APERTI

Tratto da una storia vera


Dopo vent’anni Elly, una donna quarantacinquenne, torna per circostanze lavorative in Islanda - isola vulcanica originatasi da un punto caldo della dorsale oceanica “la cicatrice del mondo” almeno 20 milioni di anni fa, quando una parte del fondale oceanico è emersa dal mare - la terra dove ha vissuto l’infanzia. Fa visita a casa Porpora, la casa di famiglia, che ritrova intatta come l’aveva lasciata e insieme alla casa ritrova Ollie, l’amico immaginario con cui ha trascorso molti anni. Tra Elly e Ollie si avvia un fitto dialogo, a tratti giocoso a tratti serio, fatto di momenti in cui si raccontano il presente e di momenti in cui ripercorrono il passato trascorso insieme attraverso un gioco ironico che mette a nudo le loro “esistenze”.

Il frutto dell’immaginazione della donna, Ollie, spinge Elly inizialmente resistente a riattraversare anche i momenti difficili di quell’infanzia, il non essere vista, ascoltata, accolta e protetta dalla madre e dalla nonna, figure dominate dai propri problemi, sino a toccare il ricordo dell’abuso che Elly ha subito dal nonno, abuso che la donna svela essere anche stato subito dalla madre quando era bambina e che non mette la madre nelle condizioni di relazionarsi appropriatamente con la figlia. Questo percorso permette simbolicamente alla donna di lasciar andare quel mondo di fantasie, rappresentato da Ollie, attraverso il quale aveva tentato di proteggersi, trattenendo invece i ricordi lievi e vitali che le permettono di proseguire serenamente per la propria strada pur sapendo che le cicatrici seppur chiuse e curate rimangono.


Ci sono cose che non si dicono, ci sono cose nascoste che tra una stretta di mano e l’altra attraversano mondi. Ci sono cose perdute, cose non percepite che un come stai non basta, ci sono cose che producono rumori così tanto assordanti nell’orecchio che creano silenzio. C’è un vuoto che si crea e ci sono cose che in una famiglia non vengono viste, ascoltate, e cose che non vogliono essere viste né ascoltate. Ci sono domande alle quali non vengono date risposte e per meglio dire vengono date risposte di un senso nascosto. Ci sono cose che accadono e non riescono ad essere fermate, continuano a reiterarsi nel tempo.

Ci sono parole e gesti che aprono mondi che mai avresti potuto immaginare.

Ci sono risvegli, ci sono colpe che non sono tue.

Questa è la mia storia e non credo che è stata una storia, ma un modo di comporre un vissuto che ancora oggi attraversa le onde del mare e si infrange su questa terra emersa dal fondale oceanico, verde e brulla allo stesso tempo, complessa e affascinante. Si vive bene, ma la cicatrice c’è, i vulcani borbottano, sbuffano e ogni tanto eruttano ancora.


Ideazione e progetto di Olga Bini

Regia Valeria Fornoni

Con Salvatore Alfano, Olga Bini

Consulenza fiaba Bruna Bonanno

Consulenza scena Maddalena Oriani

Sound design Maurizio Berta

Produzione TeatroGruppo Popolare

Invito per educatori di comunità, assistenti sociali, docenti, medici, avvocati, allenatori, persone che operano con minori!

INGRESSO a offerta libera

Prenotazione consigliata


Obiettivo dello spettacolo è sensibilizzare il pubblico, dai 14 anni in su, al tema degli abusi sui minori, all’importanza della denuncia, del parlare, condividere. Spingere tutti - ragazzi e adulti - a tenere gli occhi ben aperti sui segnali che le vittime di tali violenze manifestano spesso non verbalmente. Segnali che se non colti in tempo si trasformano nella maggior parte dei casi in patologie importanti - dipendenze da cibo, alcol, sostanze stupefacenti, relazioni affettive insane, ecc. - fino all’età adulta e che spesso, se non curate attraverso un percorso specifico, trasformano la vittima in carnefice nelle svariate modalità attraverso cui tale rapporto può essere agito.


Note di progetto

Il progetto frutto di incontri con psicologi e esperti nel settore dell’abuso minorile vuole toccare la tematica mettendo in risalto le aree della solitudine, del non ascolto, del non essere creduto che il minore abusato attraversa, oltre che delle disfunzionalità affettive e relazionali della vittima e della famiglia, in questo lavoro insita nel segreto, nel “non detto”.

Vengono messi in evidenza alcuni dei segnali di disagio quali ad esempio disturbi alimentari, cali di apprendimento, depressione, tristezza, solitudine, relazioni inadeguate che la comunità (adulti e eventuali coetanei) potrebbe e “dovrebbe” cogliere a supporto del ragazzo, così come l’importanza della ricerca d’aiuto tra adulti e/o coetanei, della denuncia, della condivisione, dell’affettività sana. Allo stesso modo sono messe in luce le conseguenze psico-fisiche che l’abusato porta con sé fino all’età adulta, se non affrontate tempestivamente e con le adeguate modalità.

A fine spettacolo inoltre è previsto un incontro con i professionisti del settore che pone in dialettica questo tema e lascia ai possibili spettatori un momento di confronto e riflessione.


L’abuso minorile è un fenomeno di proporzioni enormi: secondo le Nazioni Unite circa il 10% dei minori europei è o è stato vittima di qualche forma di abuso sessuale. Eppure ancora si fa fatica a riconoscere l’effetto devastante che questo può generare, anche a distanza di molti anni. Spesso non si comprende davvero cosa succede a un bimbo abusato e gli adulti, profondamente toccati dai racconti della vittima, tendono a non ascoltare con attenzione, a dubitare. Ciò che risulta più carente è l’area di sensibilizzazione e prevenzione, che metta in luce una pandemia sommersa.

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