Una performer si muove all'interno di uno spazio chiuso. Una vetrina la isola ma allo stesso tempo la rende visibile. La trasparenza del vetro si fa simbolo di uno sguardo dominante, che nel tempo ha trasformato i corpi delle donne in oggetti di controllo, campi di conquista, spazi da sorvegliare e disciplinare.
Il vetro si sporca lentamente. Mucosa e sangue si depositano, ne alterano la superficie. La materia organica diventa traccia e testimonianza di una storia fatta di corpi smembrati, desideri soffocati, erotismi giudicati. È ciò che resta quando la libertà viene negata, quando abitare certi corpi significa ancora esporsi al rischio. La visione si incrina. Lo sguardo, abituato a mettere a fuoco per misurare, ordinare, possedere, fatica a orientarsi. È costretto a cedere il suo privilegio di chiarezza, a confrontarsi con un vedere parziale, sfalsato, non più centralizzato.
In questo spazio di tensione, sopravvivere è una pratica di r-esistenza. Un varco da cui ripensare le categorie di soggetto, potere e rappresentazione.
“Per noi tutte
Questo istante e questo trionfo
Non era previsto che noi sopravvivessimo”
bio
Valentina Sansone (Roma, 1988) è performer e coreografa. Si laurea nel 2013 all’Università di Roma Tor Vergata. Nel 2018 partecipa al triennio di formazione Da.Re. Dance Research, diretto da Adriana Borriello, studiando con figure di riferimento della scena contemporanea come Silvia Rampelli, Raffaella Giordano, Chiara Guidi, Michele Di Stefano, Enzo Cosimi e Daria Deflorian. Nel 2022 è selezionata per In a Landscape, percorso di formazione dedicato a giovani autori e autrici interessati a sviluppare la propria ricerca artistica nello spazio pubblico. Nel 2024 partecipa ad Alphabet con Gruppo Nanou. Dal 2021 collabora con il sound artist Filippo Lilli.
